Filosofo e saggista italiano. Docente di Filosofia presso la
facoltà di Magistero dell'università di Roma, ha poi assunto la
cattedra di Filosofia teoretica all'università di Pavia. Assertore di una
filosofia critica e problematica, sino dai suoi primi scritti
C. ha
cercato di ricostruire il senso della cultura e dei valori operanti nella
storia, al di fuori di ogni dogmatismo, di ogni intolleranza e di ogni schema
preconcetto. Definendo il proprio pensiero come "umanismo storico",
C.
concepisce la sua una filosofia dell'uomo inteso come "umanismo storico
portatore di valori che nessuna potenza metafisica o cosmica, a lui
trascendente, può in sua vece garantire o fondare". Egli si oppone a ogni
concezione destorificata dell'uomo, in nome di un uomo che accetta i limiti
della propria finitezza e che intende dare un significato alla propria presenza
nel mondo. Tra le sue opere:
Il pensiero dei primitivi (1941);
Crisi
dell'uomo - Il pensiero di Dostoevskij (1948);
La coscienza inquieta - S.
Kierkegaard (1949);
Mito e storia (1953);
Umano e disumano
(1958);
Tragico e senso comune (1963);
Scienza umana e antropologia
filosofica (1960);
Illusione e pregiudizio - L'uomo etnocentrico
(1967);
Che cosa ha veramente detto Kafka (1970);
Antropologia
quotidiana (1975) (Milano 1914-1978).